Da Tirana a Matera: un Mediterraneo che unisce

Sono stato a Tirana per la prima volta, in occasione dell’Anna Lindh Foundation Forum, e credo che non dimenticherò facilmente questa città. Arrivare in una capitale che fino a pochi anni fa era quasi chiusa al mondo e trovarla così viva, piena di caffè affollati, murales, biciclette e giovani che parlano più lingue, è stato come aprire una finestra su un Mediterraneo che non conoscevo davvero.


Ero lì con la Fondazione Matera Basilicata 2019, rappresentata da Rita Orlando, responsabile Programmi e Reti, che ha potuto presentare il progetto “Terre Immerse” e rappresentare Matera nella sessione dedicata alle Capitali Mediterranee della Cultura e del Dialogo, insieme a Tétouan, futura compagna di viaggio nel 2026. Parlare di Matera in un contesto così internazionale – tra attivisti, artisti, ricercatori e rappresentanti di 43 Paesi – non è stato solo un momento istituzionale, ma un’occasione per ascoltare storie di ponti costruiti tra sponde diverse, di dialoghi possibili anche quando sembra più facile chiudersi.

Il Forum, che celebrava i vent’anni della Anna Lindh Foundation, si è svolto tra piazza Skanderbeg, il Teatro Nazionale dell’Opera e le sale dell’Hotel International. In ogni luogo c’era un’energia contagiosa, una miscela di lingue, culture e accenti che ricordava quanto il Mediterraneo sia, prima di tutto, un intreccio di persone.

Tirana mi ha colpito anche per la sua capacità di reinventarsi: gli edifici colorati che nascondono la memoria di un passato difficile, le nuove architetture che si affacciano accanto ai mercati, i viali dove convivono modernità e memoria.

Mentre parlavamo di Matera 2026, ho sentito forte il senso della sfida che ci attende. Essere Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo non sarà soltanto organizzare eventi o attrarre turisti: sarà tenere insieme le voci e le storie di un’area vasta e complessa, trovare un linguaggio comune tra città e villaggi, coste e aree interne, tra chi parte e chi arriva.

Torno da Tirana con la convinzione che questa sfida è alla nostra portata. Perché se una città che fino a pochi decenni fa era isolata oggi riesce a diventare crocevia di idee e incontri, allora anche Matera può farlo: aprirsi ancora di più, farsi ponte e porto di visioni nuove.